Il Percorso Museale

Il Palazzo della Fraternita dei Laici dopo essere stato per molti anni la sede del Tribunale di Arezzo, è diventato ora un piccolo museo, spazio espositivo e motore di numerose iniziative culturali e ricreative.

Il percorso museale si apre varcando l’imponente portone gotico del Palazzo, sormontato dalla lunetta con il “Cristo in pietà”, dipinta nel 1395 da Spinello Aretino (l’originale è conservato al Museo d’Arte medievale e moderna di Arezzo).

La sala d’ingresso, al primo piano dell’edificio, ospitava una libreria, che fu realizzata dopo un rovinoso incendio avvenuto nel 1759. Oggi è la “sala della Quadreria”, dove il primo importante dipinto che troviamo è il ”ritratto di Pietro Leopoldo di Lorena”, di Giovanni Cimica. Ci imbattiamo poi in ritratti realizzati da Pietro Benvenuti, uno tra i tanti beneficiari delle borse di studio che venivano messe in palio dalla Fraternita, che in cambio dipingeva tele per abbellire le sale del Palazzo. Dalla Chiesa dei Santi Lorentino e Piergentino proviene la “Madonna con il bambino in gloria e i Santi Donato, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e altro Santo”. Molto evocativo è il “quadro della Questua”, che rappresenta la tradizionale pratica di andare di porta in porta a elemosinare offerte destinate a opere caritatevoli.

Adornata da opere importanti per l’Ente, la “sala del Consiglio” contiene una galleria dei benefattori, con le effigi di Angelo Gambiglioni e Giorgio Vasari, che alla sua morte nominò la Fraternita erede universale dei suoi beni.

L’incantevole vista su piazza Grande ci accompagna nella “sala del Primo Rettore”, dove il panorama sembra sdoppiarsi e catapultarci nel passato con “la Veduta su Piazza Grande”. Si tratta di un emblematico olio su tela attribuito a Cristoforo Donato Conti, artista aretino e famoso scenografo, che dipinge malcostumi e virtù dell’Arezzo settecentesca.

L’ultima parte del percorso è senza ombra di dubbio la più emozionante, con la scoperta degli ingranaggi dell’orologio astronomico finito nel 1550 dal maestro Felice da Fossato, posto nella vela campanaria disegnata da Giorgio Vasari.